- Pubblicata il 12/01/2017
- Autore: Marco
- Categoria: Racconti erotici masturbazione
- Pubblicata il 12/01/2017
- Autore: Marco
- Categoria: Racconti erotici masturbazione
Motore diesel 2 - Modena Trasgressiva
2 ed ultima parte, continuavo il mio lavoretto sul cazzo, su e giù, scivolava la mia mano che era una bellezza sul mio membro, io non mi stancavo e manco lui, sentii la voce di mia madre che mi chiamava, vengo, le risposi, misi a malincuore il battocchio negli slip e cercai di aggiustarmi, uscii dalla stanza non prima di essermi lavato le mani e la faccia, mamma, tenevi parecchi compiti oggi? si, domani abbiamo il compito di matematica, ripassavo limiti e integrali se non sei preparato facilmente sbagli tutto, caro, mi dispiace tanto, non ti preoccupare mamma avevo quasi finito, domani mattina magari a mente serena ripasso l'argomento, bravo, mia madre era convinta che avessi passato tanto tempo per la matematica, altro che limiti pensai dentro di me, e lei, con voce persuadente mi disse, sai caro, tornando a casa ho incontrata donna Luisa, mi ha detto che anche lei era rimasta senza acqua, tornava dal medico per una ricetta, non mi ha chiesto nulla, sai però, è una brava amica è sola, una buona vicina di casa, non ha nessuno che, ho capito mamma, devo andare per la quarta volta a prendere l'acqua, ho capito, adesso preparo la cena, no, vado a prendere l'acqua a donna Luisa ma dopo esco, non ti preoccupare per la cena, magari mi mangio insieme agli amici un pezzo di pizza da Michele, fai tu, hai ragione, sei stato un pomeriggio a studiare. Riprendo i recipienti dell'acqua e via, bussai alla pota, chi è, donna Luisa sono Marco, vi ho portato l'acqua, carissimo, aspetta un attimo che ti apro, sentii girare un paio di volte la chiave mentre apriva la porta. Appena mi vide con i recipienti d'acqua in mano non sapeva come ringraziarmi, sei un tesoro, insieme a tua madre e papà siete sempre premurosi e gentili, poi, con mamma siamo molte amiche, da piccole, sai Marco ti conosco prima che tu nascesti, ricordo il pancione di mamma, la gioia che hai portato in quella casa, ti voglio bene, come se mi appartenessi un poco anche a me, entra e riscaldati un poco, sono uscita per farmi fare la ricetta dal medico, ho le spalle che mi fanno male, ho un freddo addosso, speriamo che sia un raffreddamento passeggero e non una bronchite. Entra e mettiti vicino al fuoco, mi prese le mani, hai le mani ghiacciate, riscaldati, donna Luisa, siete sempre gentile, non vi preoccupate, niente da fare, l'amica di mamma mi prese le mani, tesoro mio siediti in poltrona vicino al fuoco, riscaldati, ci beviamo un goccio di nocino che ho fatto io. Davanti al fuoco del camino c'era una bella poltrona di legno massello imbottita con diversi cuscini sopra, mi sedetti mentre donna Luisa versava il suo nocino, caro, alla tua salute, alla vostra, alla tua caro e senza farsi tanti problemi si sedette vicino a me,mica disturbo, state scherzando, questa è una vecchia poltrona di famiglia, ci sono molto affezionata, e mentre parlava mi teneva le mani, vai meglio adesso, si, si. Stringeva le mie mani le accarezzava, ti sei fatto un bel ragazzo vai bene a scuola chissà quante belle ragazze hai, alla tua età si è come un vulcano, un terremoto, e mentre parlava mi accorsi che le sue gambe premevano vicino alle mie, mi sfiorava appena con le sue mani le braccia, sorrideva, quelle mani iniziarono a toccarmi il viso, il mento le orecchie, gli occhi, riprese i due bicchieri e li andò a riempirli, no grazie donna Luisa ma io non bevo, sentii che rideva, ma che vuoi che sia un poco di nocino fatto in casa, i suoi passi dalla cucina si stavano avvicinando verso di me, non la vedevo, era dietro la poltrona, sentii le sue dita bagnate di liquore che si avvicinavano alla mia bocca, stropicciava le mie labbra carnose, con l'altra mano infilata sotto il maglione mi accarezzava le spalle mi toccava la schiena, scendeva verso l'osso sacro, emetteva gemiti di goduria, passò dopo poco a baciarmi il volto, lo leccava, la sua lingua entrava nelle orecchie, negli occhi, mi teneva la testa ben salda alla sedia per infilarmela in bocca piena di saliva, iniziò a toccarmi le gambe, ad un tratto la sua gamba s'infilò tra le mie cosce, poi l'altra, mi leccava il viso, prese la mia mano e se la portò al seno, teneva due zizze grosse, iniziai a toccarle, gemeva, gli toccavo il seno, dal seno passavo alle spalle fino a toccargli le natiche, miagolava, e tra un lamento e l'altro alzandosi leggermente riuscii a toccargli il culo, si, si, mi piace, più affondavo le dita nel culo più si eccitava, mi prese la mano dal culo la mise in bocca, la insalivò, continua, mi arriva, godo, ero arrapato, le lingue entravano ed uscivano dalle nostre bocche, le toccavo le gambe, le chiudeva e le riapriva con lo stesso ritmo della mia mano che era entrata tutta in quel bel culo, eravamo nudi come due vermi, mi leccava il petto, appoggiò la bocca sopra il cazzo duro, non lo spompinò però, si limitava a baciarlo e succhiarlo, volevo togliere la mano dal suo culo, toccargli la fica ma che fai, godo, anzi, più dentro vai più è arrapante, mi stai distruggendo il culo, si, si, io entravo ed uscivo, che bello, ha, ha, si, forza, mi fai godere come una cagna, sento il prurito, mi arrivaa, prese il cazzo si mise a novanta gradi e lo infilò in quella fornace infernale, trombami, le presi le mammelle mentre il cazzo entrava ed usciva dal culo, non si saziava mai, si, si, che bello sentire un cazzo nel didietro, scopami, e quando le palle sbattevano violentemente sul culo s'inarcava per sentirlo meglio rovistare. Mentre lei godeva ogni tanto prendeva le mie palle e le stringeva forte, mi accarezzava le cosce, mi voleva forse distogliere, aveva forse paura che venissi presto, pensavo io, possiamo stare a fottere a tempo indeterminato. Invece,come tutte le cose belle o brutte della vita le sburrai dentro il culo mentre tutti e due ansimanti ci ripromettemmo dopo cena di riprendere il discorso, a patto che disse donna Luisa se vuoi chiavarmi dobbiamo andare però a letto, è più bello, la mia fica te la darò ma non su questa vecchia poltrona, merita molto di più. Aveva perfettamente ragione infatti.
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sergio
Tavanata galattica!!